101 Trattorie e Osterie di Roma dove mangiare almeno una volta nella vita

 

98.

IL TEATRO CHE FU’

TRATTORIA MORGANA

Era bella la vista sul Brancaccio, il teatro un tempo traboccante di romanità

Prima lo abitava lui, Gigi Proietti, e poi il semplice gesto di volgere lo sguardo dall’entrata della Trattoria Morgana fino a lì, a quel contenitore dei sogni degli attori, poteva rendere la giornata speciale.

Agli attori si deve rispetto, specie in una città come Roma; ci s’inchina alla loro arte interpretativa, a quell’intensità della voce, al talento che sa rendere poetico persino il menu di un’osteria.

E lui ogni tanto veniva, magari a scrivere o solo a gustare una pietanza.

Si dice che qualche sketch l’abbia pensato proprio qui, tra un bicchiere di vino e un boccone, pezzi ispirati forse dai gesti insoliti di un avventore o da parole afferrate nell’aria.

e si racconta di quella volta che in scena doveva avere ogni sera una coscia di pollo e loro pronti, all’ora giusta, mandavano il cameriere con un cosciotto alla diavola per lo spettacolo di Gigi.

-Qui intorno ci sentiamo tutti un pò attori, sarà l’aria del teatro-, dice un cliente fisso, uno di casa, mentre mangia il pollo con  patate.

Ora si respira un pò di nostalgia, i gesti sapienti degli attori navigati sono stati sostituiti da adolescenti urlanti accompagnati dalle madri.

Il teatro si è mutato in televisione e non c’è possibilità di cambiare canale.

– Non è il mio genere, ma non voglio giudicare, ognuno ha i suoi gusti -, dice daniele, il proprietario, ristoratore per tradizione. A lui gli attori continuano a piacere, le foto appese alla parete ricordano la sua passione. – Mi piace l’artista semplice, umano, che non si atteggia, che non ha paura di comunicare con la gente-. Capita così di incontrare Willem Dafoe, Pierfrancesco Favino, raul Bova, tutti attori che frequentano il quartiere e che ogni tanto si affacciano ad assaggiare i piatti romani.

Una specialità emerge fra tutte, le lumachine alla romana, una ricetta tipica che è tradizione preparare per la festa di San Giovanni (il 24 Giugno) ma che loro cucinano ogni giorno. Le lumache, quelle utilizzate per il piatto, sono le rigatelle (helix obania). Prima di cuocerle si fanno spurgare per qualche giorno, poi, a fuoco lento vengono insaporite con vari aromi tra cui chiodi di garofano, mentuccia, semi di finocchio e irrorate di salsa di pomodoro.

Oppure si può scegliere tra bollito alla picchiapò, abbacchio, cinghiale alla cacciatora, trippa, zuppe di legumi, gricia.

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